Deborah Carniato - Life & Business Coach - Soft Skills Trainer - HR Consultant
Coaching  Blog 
I 6 bisoggni fondamentali di Tony Robbins
Autore: Deborah Carniato 15 luglio 2021
Perché facciamo quello che facciamo? Quali sono le motivazioni profonde, i bisogni che ci spingono a prendere delle decisioni e ad agire con lo scopo di soddisfarli?
Autore: Deborah Carniato 16 giugno 2021
Quando vai con il pensiero su un momento bello del passato, un momento divertente o straordinario che ti è capitato, senti ancora le emozioni piacevoli che hai provato, vero? Ad inizio giugno ho partecipato all’evento virtuale “Sprigiona il potere che è in te“ organizzato da Tony Robbins. E ora sono qui per ripercorrere insieme i 3 punti che mi hanno più colpita e influenzata, portandoti con me in questo viaggio e donandoti alcune risorse fondamentali di cui non riesco più fare a meno. 1) L’importanza della gratitudine La gratitudine come antidoto alla paura e alla rabbia . Lo sapevo già. Eppure ... eppure averla vissuta come importante strumento di cambiamento e come competenza indispensabile per comprendere e praticare l’”Arte della realizzazione personale” mi ha aiutata a percepirla in modo diverso. Si è partiti da un domanda: "Come puoi cambiare la tua vita?" Tramite le azioni che scaturiscono dalle tue decisioni. La felicità dipende da te! Ricordi!? Dipende dalle decisioni che puoi prendere. E per prendere delle decisioni puoi utilizzare il tuo cervello in modalità sopravvivenza (andando sempre in cerca della minaccia, dei possibili pericoli, della scarsità) oppure in modo più evoluto , agendo consapevolmente per cancellare stress e paura e portarti alla gioia e alla felicità. Dal momento che ciò che ti rende infelice sono le aspettative non realizzate: “Cambia le tue aspettative in apprezzamento e la tua vita cambierà.” Tony Robbins Come sarebbe la tua vita se ogni giorno fosse vissuta come un momento straordinario? Non sprecarne nemmeno un attimo! Rifletti su come sarebbe la tua vita se tu potessi focalizzarti e vivere ogni giorno su quello che ti piace, che ami, che apprezzi? Se non ci fossero preoccupazioni ma solo felicità e gioia? Pensaci! Continua a chiederti sempre di cosa puoi essere grato. Perchè? Perché non puoi essere grato e arrabbiato nello stesso tempo! NB: Ci sono stati molti esercizi sul cambio dello stato d’animo che, se hai fatto dei percorsi o dei corsi con me, già conosci: mettili in pratica!! 2) La doccia emozionale Ogni giorno, quando ti alzi, ti lavi la faccia, i denti, le ascelle (o almeno me lo auguro). Spesso fai direttamente la doccia. Comunque sono sicura che ti prendi cura di te e della tua persona. Se non lo facessi, cosa accadrebbe? Non scendo in particolari, ma si può facilmente intuire e diciamo che potrebbero esserci alcune conseguenze poco piacevoli che rischierebbero di compromettere i tuoi rapporti con gli altri, le tue chance di fare una bella impressione e quindi importanti opportunità di successo nella vita personale e professionale. È diventata talmente un’abitudine che non si può vivere senza. Che cosa fai per la tua mente? Se inizi con la meditazione sei già sulla buona strada, anche se io ad esempio la faccio di sera. Come rigeneri e pulisci la tua mente al mattino, i tuoi pensieri e le tue emozioni? Ecco lo spunto per una tecnica di soli 10 minuti (11 con l’attività di preparazione) che Tony Robbins ci ha insegnato: mi piace quest’idea di fare la doccia ai pensieri e alle emozioni e cominciare bene la giornata . :) Si chiama “PRIMING” e, sì!...prende proprio il nome da quel particolare Bias cognitivo secondo cui l'esposizione a uno stimolo influenza la risposta a stimoli successivi. Per chi ha già fatto un corso con me, ti ricordi l’esercizio: “bianco bianco bianco bianco ...?” ;) . Prima della tecnica, vi è un minuto di preparazione con un esercizio di respirazione particolare. Poi la tecnica che ti invito a guardare direttamente il seguente video in inglese del 2020 e con la traduzione in italiano . Prevede tre fasi, 3 step: Step 1) Gratitudine : prendi tre momenti di cui sei grato e un minuto per ciascuno rivivili con gratitudine; Step 2) Preghiera : ripulisci il tuo corpo fisico e spirituale prendendo luce, energia e amore dall’Universo (o da Dio, per chi crede come me) e donalo poi a chi ami; Step 3) Libertà di prosperare : pensa a tre desideri o obiettivi che vuoi raggiungere nella giornata e visualizzali, uno ad uno, come se fossero già tuoi, presenti. Quindi festeggia! 🥳 Fine. Lavarsi al mattino è un’attività costante (=abitudine) che ripeti ogni mattina e che pone le basi per ottenere dei buoni risultati nella giornata. Allo stesso modo fare la doccia alla tua mente pone le basi e ti aiuta a portare al successo le tue iniziative, i tuoi programmi e i tuoi progressi. NB: Spesso si trovano diversi video su YouTube o sui social in cui Tony Robinson fa questo esercizio e forse l’avevo anche già visto ma, decontestualizzata, l’esperienza potrebbe apparire priva di significato. È come sempre il significato che dai all’esperienza, che rende l’esperienza preziosa. 3) dare significato alla nostra vita " La qualità della tua vita è determinata dal significato che attribuisci alle cose " Tony Robbins Perché il significato controlla le emozioni, le emozioni controllano le decisioni, le decisioni e le tue scelte determinano le tue azioni e quindi i tuoi risultati. Ciò che fai o non fai dipende dal tuo “perché“ , ovvero dai bisogni profondi che ogni uomo possiede e desidera soddisfare . Ciò che cambia sono gli strumenti, i modi, i veicoli attraverso i quali questi bisogni vengono soddisfatti. Riconoscere quali bisogni tendi a soddisfare, significa capire cosa ti muove nel profondo. Tony Robbins ha spiegato esaustivamente i 6 bisogni che ogni uomo possiede e questi bisogni possono essere un’utile guida per capire meglio sé stessi e soprattutto quali sono le leve che ti spingono a fissare gli obiettivi e ad agire, i tuoi perché! Quali sono i bisogni che finora ti hanno attivato? E quali bisogni potresti soddisfare per passare al prossimo livello? Se sei interessato a saperne di più, a scoprire quali sono i tuoi bisogni e quindi i tuoi perché, non perderti l’articolo del mese prossimo in cui approfondisco questo importante tema. E se non l’hai ancora fatto … iscriviti alla mia Newsletter! Clicca il tasto qui sotto
Autore: Deborah Carniato 15 maggio 2021
Le emozioni sono positive o negative? Ti aiutano o ti danneggiano? Per capirlo il segreto è cambiare domanda, cambiare prospettiva…
Ripartenza o Nuova partenza?
Autore: Deborah Carniato 10 giugno 2020
Ripartenza e Nuova partenza. Sono due punti di vista differenti di come puoi guardare al presente. Se sei rivolto al passato o guardi al futuro. Inspira il futuro, espira il passato!
Chi vuoi essere durante il Covid-19?
Autore: Deborah Carniato 5 aprile 2020
Un'immagine ricevuta mi ha offerto l'occasione per riflettere.... Penso che #iorestoacasa sia un invito e un comportamento valido ma da rispettare solo fisicamente. Con la tua mente in ogni momento sei libero di scegliere dove vuoi andare, dove vuoi stare, chi vuoi essere.
Focus mentale - Come guidare i nostri pensieri: il potere delle domande
Autore: Deborah Carniato 19 marzo 2020
In molte situazioni, e in particolare in questi giorni che stiamo vivendo in emergenza sanitaria per il Coronavirus, risulta particolarmente importante guidare i nostri pensieri e non farci influenzare troppo dalla quantità di informazioni fortemente negative e dal clima di paura e pericolo che possono condizionare il nostro benessere ed equilibrio emotivo.
Situazioni difficili
Autore: Deborah Carniato 13 marzo 2020
Ci sono eventi e situazioni che non possiamo controllare e che ci fanno stare male o comunque ci creano disagio. La situazione di questi giorni, in cui l’Italia intera deve fare i conti con l’emergenza sanitaria, ne è un esempio eclatante e più attuale che mai. Nel coaching esiste una tecnica chiamata "reframing" o "ristrutturazione" che permette di osservare la situazione da diversi punti di vista e di cambiare la maniera di porsi di fronte alle avversità della vita. Cambiando prospettiva o punto di vista con cui guardi alle cose, puoi trovare soluzioni e scorgere lati positivi inaspettati.
Autore: Deborah Carniato 11 marzo 2020
"Le parole contano." Anche quando si parla di coronavirus, alcune parole e in generale il linguaggio utilizzato nella comunicazione possono avere un significato negativo per alcune persone e dunque possono alimentare atteggiamenti stigmatizzanti, consolidare stereotipi o ipotesi negative, creare una paura diffusa ..." (vedi post precedente). Allo stesso modo le parole possono avere un impatto positivo sugli altri, su chi si ammala, su noi stessi, favorendo atteggiamenti positivi, la promozione di un'adeguata prevenzione, la solidarietà. Anche noi abbiamo la possibilità di fare la nostra parte con le parole. Un piccolo esempio. Nei giorni scorsi, mi sono state girate via whatsapp e ho visto nei vari social, molte notizie, molti articoli, foto, riflessioni, meme. Immagino sia successo a tutti noi. Ciò che ci arriva certo non dipende da noi, MA c osa condividere con gli amici e cosa no, cosa diffondere e cosa fermare è invece una nostra precisa scelta. Personalmente l'unico messaggio virale che ho deciso di trasmettere è questo: " Facciamo diventare virale questo messaggio, inviatelo a tutti! Impariamo a capire che questa è una lotta contro le nostre abitudini e non contro un virus. Questa è un’occasione per trasformare un’emergenza in una gara di solidarietà. Cambiamo il modo di vedere e di pensare. Non sono più “io ho paura del contagio” oppure “io me ne frego del contagio”, ma sono IO che preservo l’ALTRO. Io mi preoccupo per te. Io mi tengo a distanza per te. Io mi lavo le mani per te. Io rinuncio a quel viaggio per te. Io non vado al concerto per te. Io non vado al centro commerciale per te. Per te. Per te che sei dentro una sala di terapia intensiva. Per te che sei anziano e fragile, ma la cui vita ha valore tanto quanto la mia. Per te che stai lottando con un cancro e non puoi lottare anche con questo. Vi prego, alziamo lo sguardo. Io spero che in #ItaliaNonSiFerma la solidarietà. Tutto il resto non ha importanza. " E tu? Cosa hai scelto di condividere? Quale messaggio sottinteso porta con sè? È costruttivo o polemico? È positivo o contestatore? Parla alla pancia, alla testa o al cuore? Pensaci ... anche tu puoi fare la tua parte. E si parla proprio di questo nel seguito del documento che include le raccomandazioni del Johns Hopkins Center for Communication Programs, READY Network. E’ la traduzione italiana di “Social Stigma associated with COVID-19” prodotto dall'International Federation of Red Cross, and Red Crescent Societies, Unesco e WHO (World Healt Organization - Organizzazione Mondiale della Sanità): LA GUIDA PER PREVENIRE E AFFRONTARE LO STIGMA SOCIALE FAI LA TUA PARTE I Governi, i cittadini, i media, gli influencer chiave e la comunità hanno un ruolo importante da svolgere nel prevenire e fermare lo stigma che oggi colpisce le persone che vengono dalla Cina e dall'Asia in generale. Dobbiamo essere tutti molto attenti e accoglienti quando comunichiamo sui social media e su altre piattaforme di comunicazione, mostrando comportamenti di supporto relativamente alla nuova malattia da coronavirus (COVID-19). Ecco alcuni esempi e suggerimenti su possibili azioni per contrastare gli atteggiamenti stigmatizzanti: • Fornire informazioni: lo stigma può essere intensificato da una conoscenza insufficiente relativamente a come il nuovo coronavirus (COVID-19) viene trasmesso e trattato e come si può prevenire l'infezione. Di conseguenza, dare la priorità alla raccolta, al consolidamento e alla diffusione di informazioni accurate e specifiche per ogni paese e comunità, per quanto riguarda: le aree interessate, la vulnerabilità individuale e di gruppo a COVID-19, le opzioni di trattamento e cosa fare per avere assistenza sanitaria e informazioni sulla malattia. Usare un linguaggio semplice e evitare termini clinici. I social media sono utili per raggiungere un gran numero di persone per fornire informazioni sulla salute a costi relativamente bassi . • Coinvolgere gli influencer sociali ad esempio persone famose, celebrità, o leader religiosi, per favorire una attenta riflessione sulle persone che sono stigmatizzate e come sostenerle, e per amplificare i messaggi che riducono lo stigma. Le informazioni fornite da queste persone dovrebbero essere ben mirate e le celebrità alle quali viene chiesto di comunicarle dovranno sentirsi direttamente coinvolti, essere giuste per il contesto geografico e culturale al quale si rivolgono e adeguate al pubblico che si vuole influenzare. Un esempio potrebbe essere un sindaco (o altro influencer chiave) che va in diretta sui social media e stringe la mano al leader della comunità cinese. • Amplificare le voci, le storie e le immagini delle persone locali che hanno avuto il coronavirus (COVID-19) e sono guarite o che hanno supportato una persona cara durante la malattia per sottolineare che la maggior parte delle persone guarisce dal COVID-19. Inoltre, l'implementazione di una campagna denominata "eroe" per onorare chi si prende cura dei malati e gli operatori sanitari che potrebbero essere stigmatizzati. Anche i volontari svolgono un ruolo importante per ridurre lo stigma nelle comunità. • Assicurarsi di rappresentare diversi gruppi etnici. Tutti i materiali prodotti dovrebbero mostrare diverse comunità colpite dal COVID 19 che lavorano insieme per prevenirne la diffusione. E’ bene assicurarsi che i caratteri, i simboli e i formati utilizzati siano, neutrali e non suggeriscano alcun gruppo particolare. • Seguire un “giornalismo etico” : gli articoli che si concentrano eccessivamente sul comportamento individuale e sulla responsabilità dei pazienti di avere preso e di "diffondere COVID-19" possono aumentare lo stigma delle persone che potrebbero avere la malattia. Alcuni media si sono concentrati, ad esempio, sull’origine di COVID-19, cercando di identificare il “paziente zero" in ciascun paese. Enfatizzare gli sforzi per trovare un vaccino e un trattamento può aumentare la paura e dare l'impressione che non siamo in grado di arrestare le infezioni. Vanno invece promosse informazioni relative alle pratiche di prevenzione delle infezioni di base, ai sintomi di COVID-19 e a quando cercare assistenza sanitaria. • Stare uniti: esistono diverse iniziative per affrontare lo stigma e gli stereotipi. È fondamentale collegarsi alle attività esistenti per creare un movimento e un ambiente positivo che mostri attenzione ed empatia per tutti. SUGGERIMENTI E MESSAGGI UTILI PER LA COMUNICAZIONE L’ "infodemia" di disinformazione e di voci infondate si sta diffondendo più rapidamente dell'attuale epidemia del nuovo coronavirus (COVID-19). Ciò contribuisce agli effetti negativi tra cui la stigmatizzazione e la discriminazione delle persone delle aree colpite dall'epidemia. Abbiamo bisogno di solidarietà collettiva e di informazioni chiare e facilmente applicabili per sostenere le comunità e le persone colpite da questo nuovo epidemia. Informazioni sbagliate, voci infondate e disinformazione in generale stanno contribuendo allo stigma e alla discriminazione ostacolando gli sforzi di contenimento. - Correggere le credenze sbagliate, allo stesso tempo riconoscere che i sentimenti che prova la gente e i comportamenti a questi associati sono molto reali, anche se l'assunto di base è falso. - Promuovere l'importanza della prevenzione, delle azioni salvavita, dello screening precoce e della cura. La solidarietà collettiva e la cooperazione globale sono necessarie per prevenire un'ulteriore trasmissione della malattia e alleviare le preoccupazioni delle comunità. − Condividere racconti che generano empatia o storie che umanizzano le esperienze e le difficoltà delle persone o dei gruppi di persone colpiti dal nuovo coronavirus (COVID-19) − Comunicare supporto e incoraggiamento per coloro che sono in prima linea nella risposta a questa epidemia (operatori sanitari, volontari, leader della comunità ecc.). I fatti, non la paura, fermeranno la diffusione del nuovo coronavirus (COVID-19) - Condividi fatti e informazioni accurate sulla malattia. - Sfida miti e stereotipi. - Scegli le parole con attenzione. Il modo in cui comunichiamo può influire sugli atteggiamenti degli altri (vedi nel post precedente COSA FARE E COSA NON FARE). Da condividere.
Autore: Deborah Carniato 9 marzo 2020
Le parole che scegliamo e usiamo quando parliamo hanno un effetto molto forte sulle persone che ci ascoltano. Sempre! Non fanno eccezione le parole usate dai mass media, dai giornalisti, dai medici, dai politici e anche da noi quando parliamo del nuovo coronavirus: le parole possono generare stereotipi e avere un impatto negativo su chi ci ascolta e su chi viene colpito dalla malattia. Le parole sono un utile srtumento per generare empatia, influire positivamente sugli atteggiamenti degli altri e comunicare supporto, incoraggiamento e solidarietà. Di seguito, riportiamo i suggerimenti della comunità sanitaria internazionale sul tema. LA GUIDA PER PREVENIRE E AFFRONTARE LO STIGMA SOCIALE. Il documento include raccomandazioni del Johns Hopkins Center for Communication Programs, READY Network. E’ la traduzione italiana di “Social Stigma associated with COVID-19” prodotto dall' International Federation of Red Cross, and Red Crescent Societies, Unesco e WHO (World Healt Organization). CHE COS'È LO STIGMA SOCIALE? Lo stigma sociale, nel contesto della salute, è l'associazione negativa tra una persona o un gruppo di persone che hanno in comune determinate caratteristiche e una specifica malattia. In una epidemia, ciò può significare che le persone vengono etichettate, stereotipate, discriminate, allontanate e/o sono soggette a perdita di status a causa di un legame percepito con una malattia. Tale esperienza può avere un effetto negativo sulle persone colpite dalla malattia, nonché sui loro caregiver, sulla loro famiglia, sui loro gli amici e sulla loro comunità. Anche le persone che non hanno la malattia ma condividono alcune caratteristiche con questo gruppo possono essere oggetto di stigma. L'attuale epidemia di COVID-19 ha provocato stigma sociale e comportamenti discriminatori nei confronti di persone appartenenti a determinate etnie e di chiunque si ritenga essere stato in contatto con il virus. PERCHÉ IL COVID-19 STA CAUSANDO TANTO STIGMA? Il livello di stigma associato al COVID-19 si basa su tre fattori principali: 1) è una malattia nuova per la quale esistono ancora molte incognite; 2) abbiamo spesso paura dell'ignoto; 3) è facile associare quella paura agli "altri". È comprensibile che ci sia confusione, ansia e paura tra la gente. Sfortunatamente, questi fattori stanno anche alimentando la crescita di stereotipi dannosi. QUAL È L'IMPATTO? Lo stigma può minare la coesione sociale e può indurre ad un isolamento sociale dei gruppi. Ciò potrebbe contribuire a creare una situazione in cui il virus potrebbe avere maggiore - non minore - probabilità di diffusione. Ciò può comportare problemi di salute più gravi e maggiori difficoltà a controllare l’epidemia. Lo stigma può: • Spingere le persone a nascondere la malattia per evitare discriminazioni • Indurre a non cercare immediatamente assistenza sanitaria • Scoraggiare l’adozione di comportamenti sani. COME AFFRONTARE LO STIGMA SOCIALE Le evidenze mostrano chiaramente che lo stigma e la paura nei confronti delle malattie trasmissibili ostacolano la corretta risposta. Serve creare fiducia nei servizi sanitari e nelle raccomandazioni sanitarie affidabili, serve mostrare empatia con le persone colpite, spiegare la malattia e adottare misure efficaci e facili da mettere in pratica in modo che le persone stesse possano proteggersi e possano proteggere i propri cari. Il modo con cui parliamo di COVID-19 è fondamentale per supportare le persone a intraprendere azioni efficaci per aiutare a combattere la malattia e per impedire di alimentare la paura e lo stigma. È necessario creare un clima in cui la malattia e il suo impatto possano essere discussi e affrontati in modo aperto, onesto ed efficace. Ecco alcuni suggerimenti su come affrontare il crescente stigma sociale e come evitarlo: 1. Le parole contano: cosa fare e cosa non fare quando si parla del nuovo coronavirus (COVID-19) 2. Fai la tua parte: idee semplici per allontanare lo stigma 3. Suggerimenti e messaggi di comunicazione. LE PAROLE CONTANO Quando si parla di coronavirus, alcune parole (per esempio, “caso sospetto”, “isolamento”) e in generale il linguaggio utilizzato nella comunicazione possono avere un significato negativo per alcune persone e dunque possono alimentare atteggiamenti stigmatizzanti. Le parole utilizzate possono consolidare stereotipi o ipotesi negative, rafforzare false associazioni tra la malattia e altri fattori, creare una paura diffusa o “disumanizzare” coloro che sono colpiti dalla malattia. Tutto ciò può indurre le persone a non farsi controllare, a non farsi visitare e non rimanere in quarantena. Raccomandiamo anzitutto l’uso di un linguaggio adatto alla gente in tutti i canali di comunicazione, compresi i media, un linguaggio che sia rispettoso delle persone e che possa essere facilmente recepito. Le parole usate nei media sono particolarmente importanti, perché daranno forma al linguaggio popolare e alla comunicazione sul nuovo coronavirus (COVID-19). Espressioni negative nel racconto della malattia hanno il potenziale di influenzare il modo in cui poi sono percepite e trattate le persone che si pensa possano avere il nuovo coronavirus (COVID-19) e cioè i malati, le loro famiglie e le comunità colpite dal virus. Ci sono molti esempi concreti di come l'uso di un linguaggio inclusivo e di una terminologia meno stigmatizzante possano contribuire a controllare epidemie e pandemie, come nel caso dell’HIV, della TB e dell’influenza H1N1. COSA FARE E COSA NON FARE Di seguito sono riportate alcune cose da fare e altre da non fare in termini di linguaggio quando si parla della nuova malattia da coronavirus (COVID-19): Cosa fare - parlare della nuova malattia da coronavirus (COVID-19) Cosa non fare - Associare luoghi o etnie alla malattia, questo non è un "virus di Wuhan", un "virus cinese" o un "virus asiatico". Il nome ufficiale della malattia è stato scelto deliberatamente per evitare la stigmatizzazione: "CO" sta per Corona, "VI" per virus e "D" per malattia, il 19 è perché la malattia è emersa nel 2019. Cosa fare - parlare di "persone che hanno COVID-19" , "persone che sono in cura per COVID-19", "persone che si stanno riprendendo da COVID-19" o "persone che sono morte dopo aver contratto COVID-19" Cosa non fare – Riferirsi a persone con la malattia come "casi COVID-19" o "vittime". Cosa fare - parlare di " persone che potrebbero avere COVID-19 " o "persone che si presume abbiano il COVID-19" Cosa non fare - Parlare di "sospetti COVID-19" o di "casi sospetti". Cosa fare – parlare di persone che "hanno preso" o "hanno contratto" il COVID-19 . Cosa non fare Parlare di persone che "trasmettono COVID-19", "infettano gli altri" o "diffondono il virus" poiché implica una trasmissione intenzionale e attribuisce una colpa. L'uso della terminologia criminalizzante o disumanizzante crea l'impressione che chi ha la malattia abbia in qualche modo fatto qualcosa di sbagliato o sia meno umano di noi, alimentando così lo stigma, minando l'empatia e potenzialmente alimentando una maggiore riluttanza a farsi curare o a sottoporsi a screening, test e quarantena. Cosa fare - parlare in modo accurato del rischio derivante da COVID-19, sulla base di dati scientifici e delle più recenti raccomandazioni fornite dalle istituzioni preposte, che operano per la salute. Cosa non fare - ripetere o condividere voci non confermate ed usare un linguaggio iperbolico creato per generare paura ad esempio utilizzando parole come "peste", "apocalisse", ecc. Cosa fare - parlare in modo positivo ed enfatizzare l'efficacia delle misure di prevenzione e trattamento. Per la maggior parte delle persone questa è una malattia dalla quale si guarisce. Ci sono semplici passi che tutti possiamo fare per mettere al sicuro noi stessi, i nostri cari e i più vulnerabili. Cosa non fare - enfatizzare o soffermarsi sul negativo o sui messaggi di minaccia. Dobbiamo lavorare insieme per aiutare a proteggere le persone più vulnerabili. Cosa fare - sottolineare l'efficacia dell'adozione di misure protettive per prevenire l'acquisizione del nuovo coronavirus, effettuare screening, test e farsi curare. FAI LA TUA PARTE I Governi, i cittadini, i media, gli influencer chiave e la comunità hanno un ruolo importante da svolgere nel prevenire e fermare lo stigma che oggi colpisce le persone che vengono dalla Cina e dall'Asia in generale. Dobbiamo essere tutti molto attenti e accoglienti quando comunichiamo sui social media e su altre piattaforme di comunicazione, mostrando comportamenti di supporto relativamente alla nuova malattia da coronavirus (COVID-19). Ecco alcuni esempi e suggerimenti su possibili azioni per contrastare gli atteggiamenti stigmatizzanti: • Fornire informazioni: lo stigma può essere intensificato da una conoscenza insufficiente relativamente a come il nuovo coronavirus (COVID-19) viene trasmesso e trattato e come si può prevenire l'infezione. Di conseguenza, dare la priorità alla raccolta, al consolidamento e alla diffusione di informazioni accurate e specifiche per ogni paese e comunità, per quanto riguarda: le aree interessate, la vulnerabilità individuale e di gruppo a COVID-19, le opzioni di trattamento e cosa fare per avere assistenza sanitaria e informazioni sulla malattia. Usare un linguaggio semplice e evitare termini clinici. I social media sono utili per raggiungere un gran numero di persone per fornire informazioni sulla salute a costi relativamente bassi . • Coinvolgere gli influencer sociali ad esempio persone famose, celebrità, o leader religiosi, per favorire una attenta riflessione sulle persone che sono stigmatizzate e come sostenerle, e per amplificare i messaggi che riducono lo stigma. Le informazioni fornite da queste persone dovrebbero essere ben mirate e le celebrità alle quali viene chiesto di comunicarle dovranno sentirsi direttamente coinvolti, essere giuste per il contesto geografico e culturale al quale si rivolgono e adeguate al pubblico che si vuole influenzare. Un esempio potrebbe essere un sindaco (o altro influencer chiave) che va in diretta sui social media e stringe la mano al leader della comunità cinese. • Amplificare le voci, le storie e le immagini delle persone locali che hanno avuto il coronavirus (COVID-19) e sono guarite o che hanno supportato una persona cara durante la malattia per sottolineare che la maggior parte delle persone guarisce dal COVID-19. Inoltre, l'implementazione di una campagna denominata "eroe" per onorare chi si prende cura dei malati e gli operatori sanitari che potrebbero essere stigmatizzati. Anche i volontari svolgono un ruolo importante per ridurre lo stigma nelle comunità. • Assicurarsi di rappresentare diversi gruppi etnici. Tutti i materiali prodotti dovrebbero mostrare diverse comunità colpite dal COVID 19 che lavorano insieme per prevenirne la diffusione. E’ bene assicurarsi che i caratteri, i simboli e i formati utilizzati siano, neutrali e non suggeriscano alcun gruppo particolare. • Seguire un “giornalismo etico” : gli articoli che si concentrano eccessivamente sul comportamento individuale e sulla responsabilità dei pazienti di avere preso e di "diffondere COVID-19" possono aumentare lo stigma delle persone che potrebbero avere la malattia. Alcuni media si sono concentrati, ad esempio, sull’origine di COVID-19, cercando di identificare il “paziente zero" in ciascun paese. Enfatizzare gli sforzi per trovare un vaccino e un trattamento può aumentare la paura e dare l'impressione che non siamo in grado di arrestare le infezioni. Vanno invece promosse informazioni relative alle pratiche di prevenzione delle infezioni di base, ai sintomi di COVID-19 e a quando cercare assistenza sanitaria. • Stare uniti: esistono diverse iniziative per affrontare lo stigma e gli stereotipi. È fondamentale collegarsi alle attività esistenti per creare un movimento e un ambiente positivo che mostri attenzione ed empatia per tutti. SUGGERIMENTI E MESSAGGI UTILI PER LA COMUNICAZIONE L’ "infodemia" di disinformazione e di voci infondate si sta diffondendo più rapidamente dell'attuale epidemia del nuovo coronavirus (COVID-19). Ciò contribuisce agli effetti negativi tra cui la stigmatizzazione e la discriminazione delle persone delle aree colpite dall'epidemia. Abbiamo bisogno di solidarietà collettiva e di informazioni chiare e facilmente applicabili per sostenere le comunità e le persone colpite da questo nuovo epidemia. Informazioni sbagliate, voci infondate e disinformazione in generale stanno contribuendo allo stigma e alla discriminazione ostacolando gli sforzi di contenimento. - Correggere le credenze sbagliate, allo stesso tempo riconoscere che i sentimenti che prova la gente e i comportamenti a questi associati sono molto reali, anche se l'assunto di base è falso. - Promuovere l'importanza della prevenzione, delle azioni salvavita, dello screening precoce e della cura. La solidarietà collettiva e la cooperazione globale sono necessarie per prevenire un'ulteriore trasmissione della malattia e alleviare le preoccupazioni delle comunità. − Condividere racconti che generano empatia o storie che umanizzano le esperienze e le difficoltà delle persone o dei gruppi di persone colpiti dal nuovo coronavirus (COVID-19) − Comunicare supporto e incoraggiamento per coloro che sono in prima linea nella risposta a questa epidemia (operatori sanitari, volontari, leader della comunità ecc.). I fatti, non la paura, fermeranno la diffusione del nuovo coronavirus (COVID-19) - Condividi fatti e informazioni accurate sulla malattia. - Sfida miti e stereotipi. - Scegli le parole con attenzione. Il modo in cui comunichiamo può influire sugli atteggiamenti degli altri (vedi sopra fare COSA FARE E COSA NON FARE).


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