Allo stesso modo le parole possono avere un impatto positivo sugli altri, su chi si ammala, su noi stessi, favorendo atteggiamenti positivi, la promozione di un'adeguata prevenzione, la solidarietà. Anche noi abbiamo la possibilità di fare la nostra parte con le parole.
Un piccolo esempio. Nei giorni scorsi, mi sono state girate via whatsapp e ho visto nei vari social, molte notizie, molti articoli, foto, riflessioni, meme. Immagino sia successo a tutti noi.
Ciò che ci arriva certo non dipende da noi, MA cosa condividere con gli amici e cosa no, cosa diffondere e cosa fermare è invece una nostra precisa scelta.
Personalmente l'unico messaggio virale che ho deciso di trasmettere è questo:
"Facciamo diventare virale questo messaggio, inviatelo a tutti!
Impariamo a capire che questa è una lotta contro le nostre abitudini e non contro un virus.
Questa è un’occasione per trasformare un’emergenza in una gara di solidarietà.
Cambiamo il modo di vedere e di pensare.
Non sono più “io ho paura del contagio” oppure “io me ne frego del contagio”, ma sono IO che preservo l’ALTRO.
Io mi preoccupo per te.
Io mi tengo a distanza per te.
Io mi lavo le mani per te.
Io rinuncio a quel viaggio per te.
Io non vado al concerto per te.
Io non vado al centro commerciale per te.
Per te.
Per te che sei dentro una sala di terapia intensiva.
Per te che sei anziano e fragile, ma la cui vita ha valore tanto quanto la mia.
Per te che stai lottando con un cancro e non puoi lottare anche con questo.
Vi prego, alziamo lo sguardo.
Io spero che in #ItaliaNonSiFerma la solidarietà.
Tutto il resto non ha importanza."
E tu? Cosa hai scelto di condividere?
Quale messaggio sottinteso porta con sè? È costruttivo o polemico? È positivo o contestatore? Parla alla pancia, alla testa o al cuore?
Pensaci ... anche tu puoi fare la tua parte.
E si parla proprio di questo nel seguito del documento che include le raccomandazioni del Johns Hopkins Center for Communication Programs, READY Network. E’ la traduzione italiana di “Social Stigma associated with COVID-19” prodotto dall'International Federation of Red Cross, and Red Crescent Societies, Unesco e WHO (World Healt Organization - Organizzazione Mondiale della Sanità):
LA GUIDA PER PREVENIRE E AFFRONTARE LO STIGMA SOCIALE
FAI LA TUA PARTE
I Governi, i cittadini, i media, gli influencer chiave e la comunità hanno un ruolo importante
da svolgere nel prevenire e fermare lo stigma che oggi colpisce le persone che vengono dalla Cina e dall'Asia in generale. Dobbiamo essere tutti molto attenti e accoglienti quando comunichiamo sui social media e su altre piattaforme di comunicazione, mostrando comportamenti di supporto relativamente alla nuova malattia da coronavirus (COVID-19).
Ecco alcuni esempi e suggerimenti
su possibili azioni per contrastare gli atteggiamenti stigmatizzanti:
• Fornire informazioni:
lo stigma può essere intensificato da una conoscenza insufficiente relativamente a come il nuovo coronavirus (COVID-19) viene trasmesso e trattato e come si può prevenire l'infezione. Di conseguenza, dare la priorità alla raccolta, al consolidamento e alla diffusione di informazioni accurate e specifiche
per ogni paese e comunità, per quanto riguarda: le aree interessate, la vulnerabilità individuale e di gruppo a COVID-19, le opzioni di trattamento e cosa fare per avere assistenza sanitaria e informazioni sulla malattia. Usare un linguaggio semplice e evitare termini clinici. I social media sono utili per raggiungere un gran numero di persone per fornire informazioni sulla salute a costi relativamente bassi .
•Coinvolgere gli influencer sociali ad esempio persone famose, celebrità, o leader religiosi, per favorire una attenta riflessione sulle persone che sono stigmatizzate e come sostenerle, e per amplificare i messaggi che riducono lo stigma. Le informazioni fornite da queste persone dovrebbero essere ben mirate e le celebrità alle quali viene chiesto di comunicarle dovranno sentirsi direttamente coinvolti, essere giuste per il contesto geografico e culturale al quale si rivolgono e adeguate al pubblico che si vuole influenzare. Un esempio potrebbe essere un sindaco (o altro influencer chiave) che va in diretta sui social media e stringe la mano al leader della comunità cinese.
• Amplificare le voci, le storie e le immagini delle persone
locali che hanno avuto il coronavirus (COVID-19) e sono guarite
o che hanno supportato una persona cara durante la malattia per sottolineare che la maggior parte delle persone guarisce dal COVID-19. Inoltre, l'implementazione di una campagna denominata "eroe" per onorare chi si prende cura dei malati e gli operatori sanitari che potrebbero essere stigmatizzati. Anche i volontari svolgono un ruolo importante per ridurre lo stigma nelle comunità.
• Assicurarsi di rappresentare diversi gruppi etnici.
Tutti i materiali prodotti dovrebbero mostrare diverse comunità colpite dal COVID 19 che lavorano insieme per prevenirne la diffusione. E’ bene assicurarsi che i caratteri, i simboli e i formati utilizzati siano, neutrali e non suggeriscano alcun gruppo particolare.
• Seguire un “giornalismo etico”: gli articoli che si concentrano eccessivamente sul comportamento individuale e sulla responsabilità dei pazienti di avere preso e di "diffondere COVID-19" possono aumentare lo stigma delle persone che potrebbero avere la malattia. Alcuni
media si sono concentrati, ad esempio, sull’origine di COVID-19, cercando di identificare il “paziente zero" in ciascun paese. Enfatizzare gli sforzi per trovare un vaccino e un trattamento può aumentare la paura e dare l'impressione che non siamo in grado di arrestare le infezioni. Vanno invece promosse informazioni relative alle pratiche di prevenzione delle infezioni di base, ai sintomi di COVID-19 e a quando cercare assistenza sanitaria.
• Stare uniti:
esistono diverse iniziative per affrontare lo stigma e gli stereotipi. È fondamentale collegarsi alle attività esistenti per creare un movimento e un ambiente positivo che mostri attenzione ed empatia per tutti.
SUGGERIMENTI E MESSAGGI UTILI PER LA COMUNICAZIONE
L’ "infodemia"
di disinformazione e di voci infondate
si sta diffondendo più rapidamente dell'attuale epidemia
del nuovo coronavirus (COVID-19). Ciò contribuisce agli effetti negativi tra cui la stigmatizzazione e la discriminazione delle persone delle aree colpite dall'epidemia. Abbiamo bisogno di solidarietà collettiva e di informazioni chiare e facilmente applicabili per sostenere le comunità e le persone colpite da questo nuovo epidemia.
Informazioni sbagliate, voci infondate e disinformazione in generale stanno contribuendo allo stigma e alla discriminazione ostacolando gli sforzi di contenimento.
- Correggere le credenze sbagliate, allo stesso tempo riconoscere che i sentimenti che prova la gente e i comportamenti a questi associati sono molto reali, anche se l'assunto di base è falso.
- Promuovere l'importanza della prevenzione, delle azioni salvavita, dello screening precoce e della cura.
La solidarietà collettiva e la cooperazione globale sono necessarie per prevenire un'ulteriore trasmissione della malattia e alleviare le preoccupazioni delle comunità.
− Condividere racconti che generano empatia o storie che umanizzano le esperienze e le difficoltà delle persone o dei gruppi di persone colpiti dal nuovo coronavirus (COVID-19)
− Comunicare supporto e incoraggiamento per coloro che sono in prima linea nella risposta a questa epidemia (operatori sanitari, volontari, leader della comunità ecc.).
I fatti, non la paura, fermeranno la diffusione del nuovo coronavirus (COVID-19)
- Condividi fatti e informazioni accurate sulla malattia.
- Sfida miti e stereotipi.
- Scegli le parole con attenzione. Il modo in cui comunichiamo può influire sugli atteggiamenti degli altri (vedi nel post precedente COSA FARE E COSA NON FARE).
Da condividere.